Nel mondo è conosciuto come il padre delle autostrade ed è una fama davvero meritata perché Piero Puricelli, molto prima di divenire conte di Lomnago e senatore del Regno, aveva concepito per primo l’idea di una “via per sole automobili” riservata al traffico veloce con il pagamento di un pedaggio per coprire i costi di costruzione e manutenzione. La stessa parola “autostrada” l’aveva inventata lui in un documento del 1922 e a lui va attribuita la costituzione della Società Anonima Autostrade. Piero Puricelli amava definirsi ingegnere architetto in quanto credeva che fare innovazione significasse creare una nuova funzione in seguito alla corretta esecuzione di un nuovo equilibrio dato da due funzioni stabili precedenti.  L’architetto lancia la sfida del superamento di una funzione esistente. L’ingegnere risolve la sfida. L’ingegnere architetto fa tutte e due. L’ingegnere ha disegnato l’autostrada veloce senza incroci, l’ingegnere architetto ha disegnato l’incrocio radente. È con l’incrocio radente che nasce il concetto di autostrada. Piero Puricelli fu definito da Gabriele D’Annunzio “maestro di vie nuove” e la stampa dell’epoca sosteneva che egli incarnava l’autentico italiano dei tempi moderni. Rappresentò idealmente quel nuovo modello di ingegnere descritto da Alberto Mondini come «uomo tipo del XX secolo». Non a caso fu nominato presidente della Fiera di Milano, vetrina annuale del progresso tecnologico, carica che ricoprì dal 1929 al 1942.