Con i tempi che corrono, o meglio, che vanno a rilento nella costruzione delle opere pubbliche, sembrerà strano che il primo autodromo di Monza fu messo in cantiere e completato in soli centodieci giorni. L’allestimento della pista per le auto da corsa fu deciso nel gennaio del 1922 dall’Automobile Club di Milano e già il 28 luglio dello stesso anno Pietro Bordino e Felice Nazzaro, a bordo di una Fiat 570, compirono il primo giro di pista completo. La pista fu inaugurata il 3 settembre 1922. Il progetto per realizzare un autodromo nazionale fu assegnato da Arturo Mercanti, allora direttore dell’Automobile Club di Milano, all’architetto Alfredo Rosselli e all’ingegner Piero Puricelli che, a capo dell’impresa costruttrice, strutturò l’autodromo in un tracciato ad alta velocità e in uno stradale, collegati per poter essere utilizzati contemporaneamente. La lunghezza complessiva era di 10 chilometri. L’Autodromo nazionale di Monza è il terzo circuito permanente realizzato al mondo, preceduto solo dalla pista americana di Indianapolis e da quella inglese di Brooklands, che non esiste più perché era andata in disuso nel 1939 alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale e fu definitivamente chiusa nel 1945.  La scelta di Monza fu il frutto di studi mirati a far cadere la scelta su una sede vicina a Milano, per limitare le spese di “trasferta” per le manutenzioni dell’Autodromo. Scartate le aree di Gallarate e della Gagnola (località periferica a Milano), gli amministratori dell’Automobile Club Milano scelsero il grande parco prossimo alla Villa Reale di Monza. L’allora proprietario del parco, l’Associazione nazionale veterani di guerra, fu subito d’accordo