In origine l’autostrada era aperta dalle 6 del mattino alle 24 e fino al 1946 gli addetti delle case cantoniere avevano l’obbligo di vestire la divisa e di salutare militarmente al passaggio di ogni vettura. Circa ogni cinque chilometri si trovavano svincoli per il collegamento con la viabilità ordinaria. Lungo il percorso erano collocate casette cantoniere per il rifornimento e per l’assistenza ai viaggiatori, posti di pronto soccorso e posti telefonici. Il personale cantoniere consisteva nel cantoniere titolare, che abitava la casetta insieme con la famiglia, e nei casi gravi era coadiuvato da un cantoniere aggiunto; il cantoniere ciclista, che assicurava il servizio di pulizia della linea; il cantoniere e l’ispettore motociclista, che svolgevano il servizio di ispezione e soccorso. Spettava al cantoniere occuparsi della distribuzione dei biglietti. L’ingegner Puricelli fece disporre lungo il percorso e in prossimità delle case cantoniere alberi da frutta e piante di gelso, caratteristiche della zona. Per calcolare quanto si sarebbe potuto far pagare il pedaggio, si catalogarono le vetture in categorie, stabilendo per ciascuna categoria la presunta economia diretta ed indiretta (minor consumo di carburante, lubrificanti, pneumatici, minor deterioramento della carrozzeria) derivante dall’utilizzo dell’autostrada rispetto a una strada ordinaria. Si stabilì che con una vettura di potenza compresa tra i 10 e i 15 cavalli, sui 100 chilometri si sarebbero potute risparmiare 30 lire, che salivano a 51 nel caso di una vettura più potente. Tale economia presunta la si ripartì per il 40% a vantaggio dell’utente; per il 60% a vantaggio della società esercente, che se ne rivaleva sull’utente sotto forma di pedaggio.